Scuola Virginia Woolf: domande frequenti

Barbara Buoso, insegnate e tutor della Scuola di scrittura Virginia Woolf, risponde alle domande frequenti sulla scuola, le modalità di partecipazione, la selezione.

william-faulkner-writer

William Faulkner

Mi pare corretto, visto che alcuni candidati mi scrivono in privato, dare una risposta “pubblica”, sì da non avvantaggiare/svantaggiare nessuno.
Sarà la deformazione professionale abituata a fare gare metto tutti sullo stesso piano.

DOMANDE
a) Posso mandare un romanzo già finito? Scritto dodici anni fa, pubblicato con un piccolo editore, lo avranno letto in dieci e sperare abbia più fortuna?

b) Ho un romanzo finito, posso non pagare l’annualità scolastica della teoria e partecipare solo alla fase di presentazione agli editori? E’ un romanzo bellissimo.

c) Ho vinto diversi concorsi nazionali e internazionali di poesia, posso inviare anche testi già premiati, non pubblicati?

d) Il progetto deve per forza avere la sinossi?

e) La mia idea penso l’abbiano già scritta in decine di persone, non credo di essere originale anzi, penso di avere una idea banale. Ha senso proporsi?

RISPOSTE

a) Se te lo hanno pubblicato – quindi non è una autopubblicazione – sei stato bravo, sono poche le case editrici serie che non chiedono ‘contributi’ (copie prenotate) all’autore.
La scuola non lavora su testi già pubblicati (ripeto: non autopubblicati, pubblicati) perché ci fidiamo dei colleghi che ti hanno dato fiducia, al tempo e perché pensiamo ci sia un tempo per lasciare andare le cose, anche.
La scuola non è un gratta e vinci, non vogliamo portarti fortuna ma insegnarti qualcosa, prima di tutto, poi se arriveranno delle belle cose saremo felici per te, con te, ma sarà stato – sappilo – merito tuo.

b) No. Non tanto perché non crediamo tu abbia scritto un libro fantastico, ma perché spenderesti solo soldi da noi… sei convinto sia un buon testo? Allora vai. Mandalo in lettura agli editori o trova un agente.

c) Se sono inediti sì. Tuttavia non dovrai allegare attestati di partecipazione o diplomi, noi partiamo e arriviamo ai testi: leggiamo, ne discutiamo in classe e aspettiamo che la scrittura faccia il suo ‘lavoro’: restituirci cose. Non teniamo conto delle vittorie passate, non per snobismo, ma perché a cosa ti servirebbe sentirti dire, ancora, bravo? Vogliamo lavorare sul terreno del possibile.

d) No, la sinossi non è indispensabile. Si possono inviare materiali diversi. Importante avere l’idea germinale, una intuizione, una ossessione anche.

e) Non ti dico niente di nuovo, me ne rendo conto. Non confondere la semplicità con la banalità, la sobrietà con povertà, la linearità con fumosità.
Riporto sempre le parole di Liliana Rampello: devi interrogare il tuo desiderio. Non devi rimanere delusa se ‘non sentirai’, a volte le storie più belle sono quelle che rimangono esclusivamente dentro di noi e noi soli.

Per altre domande o dubbi potete scrivere un commento a questo post o rivolgervi alla segreteria della scuola: libreriadelledonnepadova@gmail.com

In bocca al lupo!

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