Della scrittura ovvero dell’espressività

annamaria-orteseTra le pagine del suo romanzo più ambizioso – Il porto di Toledo – Anna Maria Ortese dichiara la sua poetica, delineando a tratti chiari e luminosi il senso di quella che lei definisce “l’Espressività”.

La scrittura per Ortese è espressività.

Esprimersi, esprimere, ma cosa? Lo risposta è chiara, la scrittura, nella sua ambizione più alta, non può essere un riflesso del reale, corrispondenza o semplice testimonianza. L’espressività è “la costruzione di un nuovo continente”. Scrivere vuol dire costruire una seconda realtà.

Nella costruzione del continente dell’espressività sta la possibilità che noi morenti abbiamo di accedere all’eterno, riscatto della vita mortale, possibilità di salvezza. “L’immensa appropriazione dell’inespresso” ad opera di chi scrive è tentativo di non annegare nel mare del mortale.

Anna Maria Ortese ci insegna che la scrittura è ambizione altissima, volontà di abitare il cielo, toccare le stelle, altezza siderale.

L’ambizione di chi insegna a scrivere è invece quella di dire qualcosa “sui mezzi di trasporto verso tale terra”, verso questo nuovo continente. Quando si insegna scrittura creativa non bastano le competenze tecniche, l’esperienza, il saper scrivere bene, occorre avere la qualità di saper vedere nell’inespresso la possibilità di costruzione di un nuovo continente, la capacità cioè di vedere nell’invisibile.

Questo è quello che cerchiamo di fare alla Virginia Woolf. Per aiutarci in questo compito così ambizioso ci facciamo guidare da chi ci è riuscito a toccare quella terra, dalle più grandi menti e i più alti spiriti della letteratura di sempre.

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Online il bando 2019

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Partire da un’idea, creare una struttura narrativa coesa e scrivere il proprio romanzo. Questo è l’obiettivo della scuola di scrittura Virginia Woolf che, nel curriculum scrittura creativa,  si propone da un lato di fornire tutti gli strumenti tecnici per scrivere bene e dall’altro segue le corsiste e i corsisti nella stesura della propria storia.

A condurre il percorso un’équipe di professioniste della scrittura, scrittrici, consulenti editoriali, editor ed agenti letterarie.

Alla scuola si accede tramite selezione, indispensabile la passione e il desiderio di mettersi in gioco e di crescere e una storia da raccontare, che faccia emozionare e pensare.

La formazione proposta dalla scuola non potrebbe essere completa senza un occhio di riguardo al mercato editoriale: conoscere i cataloghi delle case editrici, imparare a proporsi nel modo giusto, prestare attenzione alle tendenze, imparare a leggere un contratto editoriale, nozioni che riteniamo fondamentali e necessarie per chi partecipa alla scuola.

Alla scuola Virginia Woolf il contatto con il mondo editoriale si esprime non solo negli incontri con editor e consulenti editoriali, ma soprattutto nella valutazione finale del proprio progetto editoriale da parte di editori ed agenti letterari, che valuteranno i testi di tutti i corsisti, esprimendo un eventuale interesse.

A questo link il bando 2019/2020: https://scuolavirginiawoolf.com/bando/

e qui tutte le informazioni sui contenuti del corso: https://scuolavirginiawoolf.com/scritturacreativa/

Per ulteriori informazioni è possibile inviare una mail a: libreriadelledonnepadova@gmail.com e telefonare allo 049 87 66 239.

 

Domande frequenti (parte 2)

La nostra docente e tutor Barbara Buoso risponde ad altre domande sulla Scuola di scrittura Virginia Woolf. Se volete inviare la vostra candidatura e partecipare alle selezioni c’è tempo fino al 30 settembre. Aspettiamo i vostri progetti e le vostre storie!

Stephen King

Stephen King nel suo ufficio

 

Rispondo a due domande arrivate via Messenger riguardo l’iscrizione e al programma, rispondo in pubblico sì da arrivare anche alle altre persone che hanno chiesto, stanno domandando.

Domande:
1) Che criterio adottate per la scelta dei progetti? Cosa pensate possa attirare di più per una eventuale pubblicazione.

2) Durante l’anno di scuola se ci si accorge che il progetto presentato non viene bene, si può cambiare? La scuola aiuta nella stesura del romanzo?

Risposte:
1) La prima cosa a cui devi pensare, se verrai da noi – ma penso valga per tutti – è di scrivere bene la storia, al massimo delle tue possibilità. La nostra scuola ha l’ambizione di insegnarti a mettere in piedi le tue storie, quella che ci porti, ma anche quelle che verranno. Non indirizziamo i corsisti a seconda di quello che ‘statistiche’ alla mano si vende, non pilotiamo le storie, perché è meglio un libro inedito che può ambire a una vita editoriale ‘solida’ e lunga (e di una certa qualità) piuttosto di una pubblicazione che dura quanto un fuoco di paglia. Una storia ha l’ambizione di durare per sempre e non bisogna avere fretta, mai.

2) La storia, se deve uscire, la strada la troverà: grazie all’agorà dell’aula, ai rapporti che instaurerai con i tuoi compagni, con noi… non pensare si giochi tutto in aula, no, questi percorsi hanno riverberi sulla vita, tutta, la storia coinvolgerà la tua esistenza, se glielo lascerai fare. Te ne accorgerai da sola, te lo dico già, se non andrà, non servirà dirselo, lo sentirai, ci metto la mano sul fuoco. Ma so anche che, per una storia che ‘cade’ un’altra si affaccia, spesso e volentieri quello che vogliamo dire, raccontare, si maschera sotto altri strati di cose, prende strade tortuose e apparentemente incomprensibili, i tuoi compagni e noi saremo lì per quello. Se ti aiutiamo nella stesura? Sarai letto, parola per parola, a cadenza mensile e ti saranno proposte revisioni alle versioni; lavoreremo su ogni parola, cercando quella adatta alla storia, al registro, alla voce che cercheremo di trovare assieme. Io sono fortemente convinta che si debba lavorare su ogni parola. Non prendiamo ‘storie’ a scatola chiusa, ossia, se mi piace la tua storia e so che l’agente me la può piazzare sappi che non mi metterò a scriverla al posto tuo, né la darò da scrivere, alla Virginia Woolf non interessa attaccarsi al petto la medaglietta “pubblicato” (ce ne sono tante di scuole ottime in questo senso) per poi durare il tempo di una decina di post.
Desideriamo che ciascuno e ciascuna trovi il suo posto, solo.

Per informazioni, dubbi o chiarimenti: libreriadelledonnepadova@gmail.com e 049 87 66 239.

Scuola Virginia Woolf: domande frequenti

Barbara Buoso, insegnate e tutor della Scuola di scrittura Virginia Woolf, risponde alle domande frequenti sulla scuola, le modalità di partecipazione, la selezione.

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William Faulkner

Mi pare corretto, visto che alcuni candidati mi scrivono in privato, dare una risposta “pubblica”, sì da non avvantaggiare/svantaggiare nessuno.
Sarà la deformazione professionale abituata a fare gare metto tutti sullo stesso piano.

DOMANDE
a) Posso mandare un romanzo già finito? Scritto dodici anni fa, pubblicato con un piccolo editore, lo avranno letto in dieci e sperare abbia più fortuna?

b) Ho un romanzo finito, posso non pagare l’annualità scolastica della teoria e partecipare solo alla fase di presentazione agli editori? E’ un romanzo bellissimo.

c) Ho vinto diversi concorsi nazionali e internazionali di poesia, posso inviare anche testi già premiati, non pubblicati?

d) Il progetto deve per forza avere la sinossi?

e) La mia idea penso l’abbiano già scritta in decine di persone, non credo di essere originale anzi, penso di avere una idea banale. Ha senso proporsi?

RISPOSTE

a) Se te lo hanno pubblicato – quindi non è una autopubblicazione – sei stato bravo, sono poche le case editrici serie che non chiedono ‘contributi’ (copie prenotate) all’autore.
La scuola non lavora su testi già pubblicati (ripeto: non autopubblicati, pubblicati) perché ci fidiamo dei colleghi che ti hanno dato fiducia, al tempo e perché pensiamo ci sia un tempo per lasciare andare le cose, anche.
La scuola non è un gratta e vinci, non vogliamo portarti fortuna ma insegnarti qualcosa, prima di tutto, poi se arriveranno delle belle cose saremo felici per te, con te, ma sarà stato – sappilo – merito tuo.

b) No. Non tanto perché non crediamo tu abbia scritto un libro fantastico, ma perché spenderesti solo soldi da noi… sei convinto sia un buon testo? Allora vai. Mandalo in lettura agli editori o trova un agente.

c) Se sono inediti sì. Tuttavia non dovrai allegare attestati di partecipazione o diplomi, noi partiamo e arriviamo ai testi: leggiamo, ne discutiamo in classe e aspettiamo che la scrittura faccia il suo ‘lavoro’: restituirci cose. Non teniamo conto delle vittorie passate, non per snobismo, ma perché a cosa ti servirebbe sentirti dire, ancora, bravo? Vogliamo lavorare sul terreno del possibile.

d) No, la sinossi non è indispensabile. Si possono inviare materiali diversi. Importante avere l’idea germinale, una intuizione, una ossessione anche.

e) Non ti dico niente di nuovo, me ne rendo conto. Non confondere la semplicità con la banalità, la sobrietà con povertà, la linearità con fumosità.
Riporto sempre le parole di Liliana Rampello: devi interrogare il tuo desiderio. Non devi rimanere delusa se ‘non sentirai’, a volte le storie più belle sono quelle che rimangono esclusivamente dentro di noi e noi soli.

Per altre domande o dubbi potete scrivere un commento a questo post o rivolgervi alla segreteria della scuola: libreriadelledonnepadova@gmail.com

In bocca al lupo!

Dove le vostre storie diventano libri

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Joan Didion

Qualche aggiornamento dalla Virginia Woolf, in questo periodo emozionante e stimolante. Si chiude l’annualità 2017/2018 e si inizia a pensare al nuovo anno scolastico.

Ai corsisti di quest’anno, dopo il lungo percorso di studio e scrittura, resta un ultimo weekend di lezione, che rappresenta per noi uno dei momenti più importanti della scuola. Non ci saranno lezioni tradizionali, le corsiste e i corsisti avranno l’opportunità di incontrare editori e agenti letterari.

Scrivere un libro non è un’impresa semplice e alla Virginia Woolf sappiamo bene che un libro non si scrive da soli, ecco perché, durante l’ultimo fine settimana dell’anno, facciamo in modo che i nostri corsisti possano avere un contatto diretto con chi i libri li fa, e li pubblica. Gli editori e le agenti letterarie che interverranno hanno ricevuto a fine giugno un estratto del progetto editoriale di ciascuno dei nostri corsisti.

Tutte le scrittrici e gli scrittori che frequentano la scuola hanno la possibilità di sottoporre il proprio lavoro a dei professionisti che lavorano nell’editoria, che forniranno loro consigli, suggerimenti o potranno esprimere un eventuale interesse per l’opera.

Quest’anno al weekend di settembre interverranno Saveria Chemotti per la casa editrice Cleup, Paolo Spinello di Apogeo editore, e due agenti letterarie di fama nazionale: Monica Malatesta della Malatesta Agency e infine Rita Vivian della R. Vivian Literary Agency.

La nuova annualità però è già alle porte. Sono aperte le selezioni ed è online il bando 2018/2019. Stiamo ricevendo i progetti editoriali di nuovi aspiranti corsisti, la direzione della scuola, affiancata dal nostro gruppo di docenti, sta lavorando alle selezioni. Le selezioni sono aperte fino al 30 settembre, il nuovo anno scolastico inizia ad ottobre.

Aspettiamo i vostri progetti, desideriamo che le vostre storie ed emozioni si trasformino in libri.

Virginia e la scrittura

Virginia Woolf su processo creativo ed approccio alla scrittura

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Vanessa Bell, The Other Room (anni ’30)

Domani riceverò una lettera da Ethel. Mi vestirò lentamente; perderò tempo a parlare; ascolterò notizie sul funerale […]; annuserò una rosa rossa; attraverserò lievemente la veranda (muovendomi come se avessi un cesto di uova in testa), accenderò una sigaretta, metterò la mia tavola per scrivere sulle ginocchia; e mi immergerò, come una sommozzatrice, con molta cautela, nell’ultima frase che ho scritto ieri. Poi, dopo venti minuti forse, o magari di più,  vedrò una luce nel profondo del mare, mi avvicinerò furtivamente… poiché le nostre frasi sono solo approssimazioni, una rete lanciata su perle di mare che potrebbero sparire; e che, una volta riportate in superficie, saranno completamente diverse da come le avevo viste sott’acqua.

Lettera ad Ethel Smyth, 28 settembre 1930

Personaggi che parlano

Personaggi che parlano

Sabato 19 e domenica 20 maggio

dalle 10 alle 13, dalle 14 alle 18

Personaggi che parlano.

Laboratorio intensivo di scrittura creativa

sui dialoghi

con esercitazioni, letture, teoria e tecniche

con

Barbara Buoso

Il laboratorio intensivo è organizzato dall’associazione Virginia Woolf e  mira a fornire ai suoi partecipanti la conoscenza delle tecniche narrative di base sulla costruzione dei dialoghi, parte essenziale della narrazione e la cui stesura richiede l’acquisizione di tecniche e competenze.
Il laboratorio è organizzato coniugando una parte teorica, a partire dai testi sulla scrittura, una parte di analisi di testi letterari e una parte laboratoriale di scrittura ed esercitazioni.

Il laboratorio della durata di 14 ore è a numero chiuso ed è necessario iscriversi entro il 12 maggio inviando una mail a libreriadelledonnepadova@gmail.com con oggetto “Iscrizione laboratorio PERSONAGGI CHE PARLANO” indicando nella mail il proprio numero di telefono.
Costo:140,00 euro (più 20 euro di tessera dell’Associazione Virginia Woolf per i non soci).

Barbara Buoso, nata a Rovigo nel 1972, vive e lavora a Padova. Nel 2003 pubblica il suo romanzo d’esordio Aspettami con Croce Editore. Nel 2014, su segnalazione di Emma Dante, pubblica L’ordine innaturale degli elementi (Baldini & Castoldi). Vincitrice con il racconto “Nevicata” del concorso di racconti “Lìbrati e vola” (pubblicato poi nel 2016 nella raccolta “Soffia un vento contrario”, L’Iguana Editrice). E’ uscito a febbraio 2018 il suo ultimo romanzo “E venni al mondo” (Apogeo editore). Insegna scrittura creativa alla Scuola di scrittura Virginia Woolf.

Il personaggio ha sempre ragione

Un’interessante riflessione di Dacia Maraini sui personaggi, tratta dal volumetto Se un personaggio bussa alla mia porta. «Come si racconta» (edito da Rai Eri, 12,00 euro)

Come nascono i personaggi? Di solito vengono a bussare alla mia porta. Io apro, il personaggio si siede, prende un caffè, mi racconta la sua storia e poi se ne va. Quando dopo aver bevuto il caffè, mi chiede la cena e poi un letto per dormire, vuol dire che si è accampato nella mia immaginazione, nella mia testa, in quel momento capisco che devo cominiciare a scrivere un romanzo. Il personaggio diventa ossessivo, centrale, mi parla, mi interroga, mi racconta la sue vicende. Piano piano acquisto familiarità, facciamo amicizia, gli costruisco un mondo intorno. E lo racconto.

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Ho imparato infatti che il personaggio ne sa sempre più dell’autore. In maniera pirandelliana se si vuole, ma è così.

Chiunque scriva fa questa esperienza: i personaggi, è vero, nascono dalla tua carne, dalla tua immaginazione, però poi si sviluppano per conto loro. E se a un certo punto uno di essi si impunta come un asino e dice: «No, io questo non lo faccio», bisogna accettare il fatto che ha ragione lui. Certe volte l’autore, in quanto tale, viene preso dall’illusione di onnipotenza, dal complesso del creatore, che può intimare alle sue creature di fare ciò che lui dice. Ma non è così: bisogna imparare a essere umili, perchè i personaggi ne sanno molto di più di noi: infatti prima di ogni altra cosa è la loro storia, e la vogliono raccontare a modo loro. Loro sono dentro, noi siamo fuori; loro vivono la storia mentre noi la recitiamo o la raccontiamo soltanto. Quindi hanno ragione loro.

Scrivere vuol dire mettersi in posizione di ascolto, non pretendere di dominare tutto e controllare tutto, ma lasciarsi un po’ guidare dai personaggi. Perchè in realtà vanno più in profondità di quanto possiamo fare noi.

 

E i vostri personaggi come sono? Indisciplinati o obbedienti? Parleremo di questo e di molto altro durante il laboratorio Il/la protagonista condotto dalla nostra docente Barbara Buoso che si svolgerà presso Lìbrati sabato 24 e domenica 25 marzo, qui tutte le informazioni sul laboratorio che sarà un’occasione unica per avere un assaggio di come si lavora alla Scuola di scrittura Virginia Woolf.

 

 

 

Ambientazione, personaggi e niente spiegoni, grazie

Rispondendo ad una lettera di un’aspirante scrittrice, Jack London, al tempo ormai affermatissimo, confeziona una perfetta lezione di scrittura creativa.

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Glen Ellen, Calif.

5 febbraio 1915

Mia cara Ethel Jennings.

In risposta alla sua del 12 gennaio 1915:

Le restituisco in allegato il suo manoscritto. Anzitutto, qualche parola per quanto riguarda il racconto. Un lettore che non sapesse niente di lei, e che leggesse il suo racconto in un libro o in una rivista, dopo parecchie pagine si starebbe ancora chiedendo in quale parte del mondo è ambientata la sua storia. Lei avrebbe dovuto inserire in modo artistico, e integrandola bene nell’intreccio, poco dopo l’inizio, l’ambientazione del racconto.

Invece il suo racconto di fatto non ha un’ambientazione. L’azione non è ambientata in nessuno luogo che sia diverso e distinto da qualsiasi altro luogo sulla faccia della terra. Ecco il primo errore che ha commesso.

Sviluppi l’ambientazione. Ci metta del colore locale. Sviluppi i suoi personaggi. Faccia in modo che i suoi personaggi diventino reali per i lettori. Deve uscire da se stessa ed entrare nella mente dei lettori per capire quale impressione ricavano dalle parole che ha scritto. Ricordi sempre che non sta scrivendo per se stessa ma che sta scrivendo per i suoi lettori. […]

A pagina 3 del suo manoscritto lei si ferma per spiegare al lettore quanto è angoscioso per una donna vivere con un uomo al di fuori del vincolo nuziale. Sono dispostissimo ad ammettere che è angoscioso per una donna vivere con un uomo al di fuori del vincolo nuziale, ma come artista sono costretto a dirle, per l’amore del cielo, di non interrompere la narrazione per spiegare al lettore quanto è angoscioso. Lasci che sia il lettore a ricavare questo senso di angoscia dal suo racconto man mano che la narrazione va avanti.

Non andrò oltre nell’esaminare il manoscritto insieme a lei, tranne che per dire che nessuna rivista o giornale degli Stati Uniti accetterebbe il racconto così com’è ora. […]

Parallelamente a questo mi permetto di suggerirle di studiare sempre i materiali che0x300 vengono acquistati dalle riviste. Questi materiali che le riviste pubblicano sono materiali vendibili. Se lei vuole vendere materiali letterari, deve scrivere materiali vendibili. Se si trova a passare in questa zona della California venga al ranch a trovare me e la mia signora, e in dieci minuti potrò dirle più di quanto non potrei scriverle in dieci anni.

Cordiali saluti,

Jack London

 

(La lettera è pubblicata in Jack London, Pronto soccorso per scrittori esordienti, minimum fax, 9,00 euro)

Buone ragioni per iscriversi alla Scuola Virginia Woolf – Adriana Tasin

“Al centro di questa Scuola ci sono le storie, i personaggi che vedi crescere di mese in mese, attraverso il lavoro di gruppo. E questa è una cosa davvero meravigliosa”.

Professionalità, attenzione alle storie e passione, sono questi gli ingredienti della Scuola di scrittura Virginia Woolf. In questa intervista la nostra corsista Adriana Tasin ci racconta la sua esperienza alla Scuola.