Meditazione e scrittura di sè

Questo slideshow richiede JavaScript.

I primi pensieri (da Scrivere Zen di Natalie Goldberg)

  1. Tenete la mano in movimento. Non fermatevi a rileggere la frase che avete appena scritto. Non cercate di assumere il controllo.

  2. Non cancellate. Questo significherebbe confondere la creazione con la revisione. Anche se avete scritto qualcosa che non avevate intenzione di scrivere, lasciatelo.

  3. Non preoccupatevi dell’ortografia, della punteggiatura e della grammatica. Non preoccupatevi nemmeno di restare nei margini o sulle righe del foglio.

  4. Perdete il controllo.

  5. Non pensate. Non lasciatevi invischiare dalla logica.

  6. Puntate alla giugulare. Se scrivendo vien fuori qualcosa che vi fa paura o vi fa sentire esposti, tuffatevici dentro. Probabilmente è carico di energia.

Ecco le regole. È importante seguirle, perchè lo scopo è quello di aprirsi un varco fino a giungere ai primi pensieri, là dove l’energia non viene ostacolata da motivazioni di convenienza sociale o dal censore interno, là dove si scrive ciò che la propria mente vede e prova veramente, non ciò che essa pensa di vedere o provare. È una grande occasione per esplorare il margine ruvido del pensiero e mettere sulla carta il colore della nostra consapevolezza.

I primi pensieri non sono gravati dal fardello dell’io, di quel nostro meccanismo interiore che cerca di tenere tutto sotto controllo, e di dimostrare che il mondo è qualcosa di solito e permanente, durevole e logico. Ma il mondo non è affatto permanente. Il mondo cambia in continuazione e noi con lui. Quando scriviamo proviamo a lasciare il fardello dell’io e cavalchiamo momentaneamente l’onda della coscienza umana, utilizzando i dettagli della nostra esperienza personale per esprimere questo movimento.

Questo testo è stato impiegato come spunto per uno dei momenti del workshop Meditazione e scrittura di sè. Il prossimo laboratorio esperienziale dedicato alla meditazione e alla scrittura intesa come cura è previsto per domenica 27 gennaio dalle 10:00 alle 17:00 presso gli spazi dell’Associazione Himalayan Center, via Barbarigo, 12, Padova.

Per info: 049 87 66 239 o libreriadelledonnepadova@gmail.com

Cosa succede alla Woolf. Qualche aggiornamento

Questo slideshow richiede JavaScript.

Un po’ di aggiornamenti dalla Scuola di scrittura Virginia Woolf. I nostri corsisti proseguono il lavoro sul proprio progetto editoriale, dopo aver lavorato sulla struttura, sulla scaletta e sui personaggi, sono alle prese con la prima stesura del loro romanzo. Il lavoro di stesura procede di pari passo con approfondimenti teorici quali quelli sul punto di vista e la focalizzazione, i dialoghi, gli stili e i registri. La scuola, infatti, da un lato fornisce tutti gli strumenti tecnici e le nozioni teoriche, dall’altro segue i corsisti passo passo nel processo di stesura.

Con l’anno nuovo l’offerta della scuola si amplia. Accanto al percorso annuale di scrittura creativa, la Scuola di scrittura Virginia Woolf propone il Corso di formazione in scrittura autobiografica, che si svolgerà da febbraio a giugno, un weekend al mese, per un totale di 60 ore.

Il programma1corso si propone da un lato di guidare i partecipanti nella stesura della propria autobiografia, dall’altro di formare intermediari/mediatori di percorsi autobiografici e di scrittura di sé applicabili in svariati ambienti professionali (scuole, centri educativi, case di riposo, centri di sostegno alla persona, eccetera).

Al Corso di formazione in scrittura autobiografica si accede tramite iscrizione (non c’è selezione), il programma è già online e le lezioni si svolgono l’ultimo weekend del mese. Non occorrono conoscenze pregresse e non serve esperienza nella scrittura.

L’autobiografia è un viaggio, rappresenta un percorso nel passato, programma2uno scavo della memoria, personale e collettiva. La scrittura autobiografica e la profonda connessione con il propro mondo interiore che essa agevola, permette inoltre la riattivazione di un prendersi cura di sé che si agisce qui e ora, nel presente. Le diverse forme di narrazione autobiografica, infatti, possono divenire strumento terapeutico per se stessi e per gli altri, in contesti molteplici e diversificati.