Fiction o autofiction: questo è il dilemma

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If there’s a book you want to read but it hasn’t be writter yet, then you must write it (Toni Morrison)

Quando si chiede agli scrittori o alle scrittrici perchè scrivono le risposte sono molteplici. Scrivo per comunicare, scrivo per raccontare storie, scrivo perchè non posso farne a meno, scrivo per raccontare quello che penso, scrivo per innamorarmi ancora, come disse una saggia corsista della Scuola.

Le motivazioni per cui si sceglie di esprimere se stessi attraverso la scrittura posso essere disparate, ma lo scrittore si trova fin da subito, da quando cioè nasce il desiderio di affidare a carta e parole i proprio pensieri, a dover fare una scelta.

Racconterò una storia o racconterò la mia storia?

Sempre, con qualsiasi storia, un autore racconta qualcosa di se stesso, del suo modo, dei propri pensieri, compiendo operazioni di trasfigurazione. Nelle storie che scriviamo ci mettiamo i luoghi che conosciamo, un personaggio secondario ha lo stesso tic del nostro migliore amico d’infanzia, la madre della protagonista ha gli stessi pregi (o difetti) della nostra e così via.

Nell’autobiografia e nelle sue innumerevoli declinazioni, questo sguardo emerge in maniera dirompente, è lo scrittore a tracciare la sua storia o quelli che esso considera i fatti salienti di essa. Anche nell’autobiografia, però, deve essere chiaro il messaggio da lanciare nel mondo.

Consiglio: scrivete il messaggio che vi urge comunicare, in stampatello, in bella grafia, con la macchina da scrivere ereditata da un familiare, o a pc. Mettete il vostro messaggio in bella vista, dove lo possiate vedere sempre quando scrivete. Esso sarà la vostra guida, la vostra bussola e vi condurrà nella stesura della vostra storia, sia essa la vostra storia personale oppure no.

Di questo e di molto altro parleremo nel laboratorio estivo di autobiografia che si svolgerà gli ultimi due weekend di luglio. Un’occasione unica per raccontare e raccontarsi.

Per maggiori informazioni cliccate qui.

Cara Scuola Virginia Woolf

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Villa di Torreglia Alta, sede dell’ultimo weekend di scuola

“9 luglio 2017 – sera, in viaggio

Carissime Laura, Ilaria e docenti tutte,

sono in treno e sto lasciando nuovamente Padova dopo il nostro consueto appuntamento mensile che giunge quasi al termine. Ho ancora nelle orecchie i saluti, gli auguri e le battute schiette che abbiamo condiviso poco fa. Voglio esprimervi il mio sincero grazie per il weekend a Torreglia che avete organizzato, pensato ed elaborato per noi allieve/i nei minimi dettagli, con una cura che ci ha deliziate/i e per la squisita maestria dello chef Marco. Dietro le quinte ha preparato il nutrimento per il nostro palato prendendoci letteralmente per la gola. Le nostre storie ne saranno piacevolmente influenzate!

Ripensando al cammino condiviso quest’anno mi sento di dire che la scuola è stata un intreccio di lezioni teoriche e pratiche sull’arte dello scrivere, un focus sulle tecniche di narrazione, un esercizio sistematico per affinare e ricercare il proprio stile, un ambiente di ascolto, di incontro a volte di discussione animata che ha generato in ognuna/o di noi risposte personali, reazioni a tratti istintive che ci hanno messo di fronte al nucleo vero che la scrittura svela: l’unicità del nostro essere e l’esigenza viscerale e inconfondibile che tutte/i noi abbiamo di raccontare.

Vi abbiamo messo alla prova e chissà che non siate troppo stremate per concedervi un vero break prima della ripresa settembrina. I progetti a cui stiamo lavorando troveranno luce e completezza in tempi propri e beneficeranno di quel lavoro certosino, fatto dal vostro “team letterario”, che con il nostro gruppo ha inaugurato un progetto ambizioso: la Scuola di scrittura Virginia Woolf.

Complimenti davvero, grazie e buona estate,

con amicizia e sincera stima,

Claudia F.”

A cosa serve una scuola di scrittura?

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“Le scuole di scrittura aiutano, ti danno strumenti, i famosi ferri del mestiere. Si fregiano, anche, quando arrivi a un sì. Tuttavia –  lasciatemelo dire – il merito è solo tuo, perché non hai mollato e se lo hai fatto ti sei ripreso quasi subito. Questo si dovrebbe insegnare di più (e meglio) nelle scuole di scrittura. A non mollare mai, mai!”

Queste parole sono di Barbara Buoso, una delle docenti della Scuola di scrittura Virginia Woolf. Barbara insegna scrittura creativa e tecniche della narrazione (ma anche coraggio e dedizione).

Per scoprire cosa ha scritto, cosa sta scrivendo e cosa scriverà Barbara Buoso potete consultare la pagina docenti.

Nell’immagine Dorothy Parker al suo tavolo di lavoro.

Sono aperte le selezioni

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Lunedì 15 maggio si aprono le selezioni per la seconda annualità della Scuola di scrittura Virginia Woolf.

La Scuola di scrittura Virginia Woolf è un master di un anno, un percorso formativo/didattico di 160 ore, comprensivo di lezioni teoriche, laboratori, seminari e incontri con personalità provenienti dal mondo dell’editoria, che si svolgerà un weekend al mese, da ottobre 2017 a settembre 2018. Si tratta di un corso di alta formazione dedicato a chi ha la passione per la scrittura e vuole mettersi alla prova; a chi già scrive ma vuole perfezionarsi; a chi, infine, utilizza la scrittura come “strumento” di lavoro in ambiti differenti da quello creativo e voglia acquisire tutti i segreti per scrivere bene.

Per scrivere, oltre al talento, servono anche conoscenze specifiche e un lavoro continuo di perfezionamento. Per scrivere bene non basta l’idea geniale ma serve in ugual misura acquisire tecnica e metodo, tutte conoscenze che richiedono tempo, studio e docenti qualificati.

Nel corso dell’anno i partecipanti svilupperanno il proprio progetto editoriale supportati da docenti professioniste e da tutor. Al termine dell’anno è previsto l’incontro con editori ed agenti letterari a cui i partecipanti sottoporranno il loro lavoro.

Per maggiori informazioni sullo svolgimento della Scuola, sugli insegnamenti e sull’organizzazione è possibile consultare le pagine Il corso e Bando.

Le selezioni, che si aprono ufficialmente lunedì 15 maggio 2017 si concluderanno sabato 16 settembre 2017.

Voland edizioni

danielaNuovi aggiornamenti sulla Scuola di scrittura Virginia Woolf.

Le selezioni sono aperte, i progetti editoriali delle e degli aspiranti partecipanti stanno arrivando  (vi ricordiamo che c’è tempo fino al 17 settembre) e abbiamo deciso di svelarvi un’altra prestigiosa collaborazione di cui la Scuola si fregerà durante l’anno scolastico 2016/2017.

Siamo felici di annunciare che tra le case editrici che valuteranno i progetti della Scuola  di scrittura Virginia Woolf, ci sarà Voland edizioni, con la sua fondatrice, Daniela Di Sora, che valuterà i lavori delle e dei corsisti e sarà presente alla giornata finale di incontro con le case editrici e gli agenti letterari.

Daniela di Sora, dopo la laurea in Lingue e Letterature straniere moderne, ha ricoperto l’incarico di lettrice di lingua e cultura italiana prima in Bulgaria presso l’Università Kiril i Metodi a Veliko Tirnovo poi presso l’Istituto superiore di Lingue di Mosca Maurice Thorez, infine di nuovo in Bulgaria all’Università Kliment Ochridski di Sofia. Rientrata in Italia, è stata ricercatore all’Istituto di Lingue e Letterature slave di Pisa, dove ha insegnato letteratura russa e bulgara, incarico che ha poi mantenuto all’Università di Roma 2 Tor Vergata. Ha collaborato con le pagine culturali del quotidiano Il manifesto e ha tradotto autori russi e bulgari per diverse case editrici, fra cui Bompiani, Biblioteca del Vascello, e/o. Nel aprile 1995 ha fondato la casa editrice Voland.

Voland è una casa editrice eclettica e raffinata, che ha riservato un’attenzione particolare alla letteratura russa e slava, senza disdegnare altre letterature, autrici e autori non scontati. Ricordiamo che Voland pubblica in Italia Amélie Nothomb, l’amatissima scrittrice belga, un caso con pochi precedenti e che si è ormai imposta al pubblico italiano con la forza della sua prosa caustica e ironica (Voland ha pubblicato tutti i suoi romanzi, e infatti, come ha più volte ribadito alla stampa, Amélie Nothomb resta fedelissima alla casa editrice che l’ha scoperta e lanciata in Italia).


Voland, inoltre, riserva da sempre grande attenzione anche alla letteratura italiana, solo per citarne alcuni vi ricordiamo: Matteo Marchesini con Atti mancati, candidato al Premio Strega 2013; Giorgio Manacroda, tra i 12 finalisti del Premio Strega 2012 con il suo Corridoio di legno. Ilaria Gaspari, con Etica dell’acquario e Demetrio Paolin con Conforme alla gloria, candidato al premio Strega 2016.