Si sente spesso dire che i dettagli fanno la differenza: è così anche per la scrittura. Riportiamo alcuni scritti di Natalie Goldberg, tratti dal libro Scrivere zen, manuale di scrittura creativa (Ubaldini Editore, 14,00 euro).
La vita è così ricca che se si riescono a scrivere i dettagli reali nel modo in cui le cose erano e sono, non è che ci sia bisogno di gran che d’altro. Anche se le finestre dai vetri molati, l’insegna della birra Rheingold che ruota lentamente, la rastrelliera con i pacchetti di patatine fritte e gli alti sgabelli rossi dalla taverna di New York in cui una volta siete andati a bere voi li trapiantate pari pari nel bar di un racconto ambientato in un altro stato, la storia possederà autenticità e solidità. “Oh no, quel bar era a Long Island, non si può metterlo nel New Jersey”. Sì invece che si può. Nell’uso dei dettagli originali non bisogna essere rigidi. L’immaginazione è capace di trapiantare i dettagli, ma utlizzando dettagli che conosciamo di prima mano, cose che abbiamo visto veramente, daremo a ciò che scriviamo credibilità e verità. In questo modo si creano solide fondamenta su cui costruire. Ovviamente, se uno è appena stato a New Orleans, con quel caldo umido che si potrebbe tagliare col coltello, e ha succhiato zampe d’aragosta al Magnolia Bar di Charles Street, non si può far fare la stessa cosa al personaggio dagli avambracci muscolosi di un racconto ambientato a Cleveland una sera di gennaio. La cosa non può funzionare, a meno che, naturalmente, non si vada sul surreale, là dove i confini iniziano a confondersi.
Siate pronti a cogliere i dettagli dell’ambiente che vi circonda, ma non al punto di farvene una malattia. “Bene. Sono a un matrimonio. La sposa è vestita d’azzurro. Lo sposo ha un garofano rosso all’occhiello. Stanno servendo crostini di fegato”. Assorbirete spontaneamente l’ambiente che vi circonda, e più tardi, seduti alla scrivania, riuscirete a ricordare con la massima precisione com’era ballare con la madre dello sposo, rammentare i suoi capelli rossi, rivedrete la traccia di rossetto sugli incisivi quando sorrideva, e sentirete nuovamente il suo profumo misto a sudore. (…)
La nostra vita è ordinaria e al tempo stesso mitica. Si vive e si muore, si invecchia meravigliosamente o ci si riempie di rughe. Ci si sveglia la mattina, si compra il formaggio e si spera di avere nel borsellino abbastanza per pagarlo. E nello stesso momento il cuore, macchina perfetta, continua a a battere attraverso tutti i dolori e tutti gli inverni che viviamo su questa terra. Noi siamo importanti, e le nostre vite sono importanti, anzi magnifiche, e vale la pena di registrarne i dettagli. Ecco come deve pensare chi scrive, ecco come bisogna mettersi a sedere con la penna fra le dita. Siamo qui; siamo esseri umani; ecco come abbiamo vissuto. Che tutti lo sappiano; il mondo è passato davanti a noi. I nostri dettagli sono importanti. (…)